
Questa è la mia Mery ha vissuto nella mia famiglia per 15 brevissimi anni.
Qua la zampa!
– Piacere io sono femmina Alpha e mi devi ubbidire!
In pratica, il comando è un’offesa alla dignità del cane, specie se femmina.
In natura, le femmine di lupo, quelle più vecchie, sono capobranco.
La femmina di una qualsiasi razza di cane è esattamente la stessa cosa!
Intanto infiliamoci in testa che loro la dignità ce l’hanno!
I comandi non devono essere dati ” gratis” ma solo con valida motivazione, esattamente come si fa con i bambini.
Quando si sceglie di adottare un cane bisognerebbe pensare che quel cucciolo adorabile diventerà adulto con una propria personalità, un proprio carattere, già manifesti fin dai primi mesi di vita.
Ora, poiché la personalità non si cambia, il carattere si può modificare, plasmare secondo le proprie tendenze….dato pericoloso in caso si possedesse un animale di grosse dimensioni e il padrone ha un’indole tutt’altro che pacifica
I cani non nascono “cattivi”!
Facciamo un passo indietro.
Alla nascita i piccoli hanno bisogno della mamma, che li accudisce, li educa.
Si! proprio così! Ho visto la mia Mery, “sculacciare” (prendendoli per la collottola), sgridare i cuccioli quando uscivano dalla cesta e andavano a gironzolare per casa, lei dietro, affannata a leccare la pipì e le cacchine che venivano rilasciate da quei 5 terremoti, nati 20 giorni prima.

I primi tre mesi di vita sono importantissimi per i cuccioli, perché è in quel periodo che imparano a stare al mondo. Le mamme insegnano a rispettare la famiglia, scelgono a chi devono maggior obbedienza, generalmente seguono l’indirizzo materno.
Ho visto che in Sardegna, forse anche altrove, i cuccioli vengono separati dalle madri intorno ai 40 giorni di vita.
Dicono che poiché hanno già i dentini possono mangiar da soli….bah!
A parte in fatto che è uno stress non indifferente per la cagna che si vede sottrarre i piccoli senza alcuna ragione, ma ci pensate ai piccoli?
Questo fatto è negativo proprio per il carattere del futuro cane adulto, diventano aggressivi, tendono ad imporsi e non accettare che gli umani si impongano su di loro.

Se poi consideriamo che nelle cucciolate ci sono sempre 2 o 3 elementi più prepotenti, separarli dai fratelli così presto equivale ad avere un futuro cane adulto particolarmente prepotente, tutto gli è dovuto.
Non desidero sindacalizzare usi e costumi, mi limito solo a dire che
non è giusto separare i cuccioli dalle madri prima del terzo mese di vita.
E torniamo al cane.
Ho visto una tizia (stendo un velo pietoso sulla descrizione dell’elemento), che per farsi obbedire dal suo cane (mezzo chilo di yorkshire, sesso femminile), e dare la zampina, le batteva le dita dei piedini con le unghie acuminate.
Certo che la piccolina alzava la zampa!…Le faceva un male …cane!
Tutto questo fra le esclamazioni di meravigliato stupore da parte degli astanti e lo sguardo adirato della sottoscritta. (Adirata è un eufemismo….)
Ma certo, cretina d’una donna, che la cagnetta ti da la zampa!

Vorrei vedere te, se ti sbattono una taglierina sulla punta delle dita dei piedi e delle mani, se non le alzi di scatto, ti difendi con l’unica arma che possiedi: mordendo!
Generalmente i cani danno la zampa, di loro spontanea volontà, in segno di resa, come a voler dire: “Sono qui, fai quello che vuoi di me”.
Vicino a casa mia c’è un cane sciolto…lo chiamo così…un randagio taglia medio-piccola, 1000 razze agglomerate in una sola, di una simpatia unica, a lui basta uno sguardo, un’annusata (azzz! puzzo di cane), per capire di chi può fidarsi. Ecco, lui mi da la zampa quando si avvicina, o meglio, alza la zampa e io gli dico – Ciao, come stai?

Chissà cosa vuole dimostrarmi….sicuramente un’amicizia incondizionata.
A tre anni di età un cane capisce le parole, interpreta i suoni. Hanno la capacità di elaborare frasi quanto un bambino di tre anni (non di parlare, ma di capire semplici frasi di senso compiuto), inoltre possiedono un innato sesto senso.
Vi racconto un episodio:
Poiché ai miei cani non piace fare il bagno, quando arriva quel momento, preparo l’occorrente senza farmi vedere, bacinella, asciugacane, (ex accapatoio umano), tutto in religioso silenzio e senza farmi vedere mentre armeggio.
Poi arriva il momento tanto temuto.
Spariti…in casa non si vede un pelo….Non riesco a capire come facciano a sapere che è arrivato il momento di una lavata. Nemmeno li portassi al patibolo.

E’ sesto senso? Può essere…se torno a nascere voglio reincarnarmi in un cane.
Quando parliamo con il nostro amico cane, le parole dovrebbero essere chiare, scandite, non ripetute, perché questo li confonde, bisogna avere un tono deciso.

Se diciamo “Fermo!” la parola deve essere solo quella. Perché se ci perdiamo in “Amoruccio, devi stare qui che la mamma ti porta a ciùcciù (in sardo, a spasso)”
Quello capisce un’accozzaglia di paroline da coccola, saltella qua e la e tu rimani inginocchiata per terra col guinzaglio in mano, il furbone pensa che stai giocando e ti gira intorno, ti mordicchia, se hai le ciabatte te le sfila e le porta dentro la cuccia…insomma una pantomima. Tutto questo per aver sbagliato intonazione.
Le coccole…piacciono a loro ma di più a noi che le facciamo!
Le sgridate…qualche volta servono. Ma siamo sicuri di farle al momento giusto?
Il cane fa pipì … in casa:
Un bel sonoro “NO!” indicando quello che ha appena fatto è già una punizione, infatti il cane capisce che quella è una cosa che non si deve fare, (a meno che non capiti un incidente, può succedere!).
Mesto e con la coda fra le gambe si mette all’angolo. Non accarezzatelo!
Equivale non solo all’assoluzione ma anche l’autorizzazione a ripetere il “danno”.
Seconda cosa, il NO dovrà essere detto in tono fermo guardando il cane negli occhi, subito dopo girarsi e voltargli la schiena.
Se ci perdiamo in chiacchiere tipo: “Guarda cosa hai fatto!” …in tono lagnoso, mentre prendiamo secchio e straccio, il cane percepisce che la cosa non ha fatto arrabbiare quindi non avrà una reazione da…. autopunizione.
Lo si vedrà saltellare qua e la giocando a rincorrere lo straccio, snifferà il pavimento profumato di quel detersivo profumante e….stimolante….e spisccccc! Subito pronta un’altra pipì liberatoria.
Ma cosa è successo?
Semplice! Non usate detersivi profumati per lavare l’urina del vostro cane.
Contenendo ammoniaca, per il cane, è lo stimolo a farla lì, proprio dove avete appena lavato.
Per questo motivo è più utile utilizzare aceto, o limone o al massimo sapone di Marsiglia.
Ho scoperto un ‘altro sistema:
dopo che il pavimento è asciutto, cospargo del talco, vi assicuro che l’odore sparisce e l’ambiente profuma; la cosa non è molto gradita al nostro cane…poco male! Andrà a farla fuori.
Chi ha la casa disseminata di tappeti, pregiati e non, probabilmente sceglie di non avere un cane in casa.
Personalmente i miei tappeti sono andati a finire in soffitta, arrotolati e cosparsi di bicarbonato.
Esattamente come ho fatto con l’arrivo del mio cucciolo (figlio), ho reso la casa abitabile per lui, quindi via i soprammobili delicati, via la cera dai pavimenti, e tutte le cose inutili e pericolose per il bimbo.
Così all’arrivo del cane…(perché con un bambino ci vuole un cane di accompagnamento), ho adattato la casa al cane.
E’ superfluo dire che il cane arriva per il figlio, nel libretto sanitario personale mica c’è il nome del capo famiglia…no, ve lo scordate! C’è il nome del figlio che recita: Pinco Pallino è proprietario di Mery, razza quasi yorkshire, pelo nero focato,…… cocca de mamma.
Già perché finisce sempre che il cane elegge a capobranco la mamma di casa.
O meglio, entrambe le femmine coabitano e decidono cos’è meglio per la famiglia.
Poiché ritengo di avere autorità più marcate di quella palla di pelo, i miei” NO” sono efficaci, i “no!” di marito e figlio… sono acqua che scorre.
Avere un cane significa sobbarcarsi di grosse responsabilità, rinunce ad uscire se il cane non sta bene, rinunce ad andare a trovare coloro che non sopportano che un cane entri in casa loro, ma basta fare una scremata e il problema si risolve.
Le ferie sono condizionate dalla presenza del cane…chi non si può permettere di portarlo il albergo…come deve fare?
Quando si ama il proprio animale è impensabile lasciarlo a balia da qualcuno.
La Mery ha quasi 15 anni, è cieca (entrambi gli occhi hanno la cataratta), qualche problemuccio respiratorio che cerchiamo di tamponare con acqua e miele, qualche reumatismo qua e là, una mastite che si sta tramutando in visibile tumore.
Malgrado questo mangia, abbaia, sale le scale ma non le scende…per questo c’è la mamma (io) la traghetto in braccio e la porto a fare la pipì in cortile, quando la tosse è insistente, andiamo a fare una passeggiata , naturalmente in braccio.
Oggi: Tutto questo è un ricordo, Mery non c’è più è nel paradiso dei canangeli, il suo ricordo è più vivo che mai, lei è dentro il mio cuore.